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Il Santuario della Madonna del Frassino

ORARIO SANTE MESSE E APERTURA AL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINO

Apertura Santuario:

6.30 – 12.00 – 14.30 – 19.30 – Ora Solare
6.30 – 12.00 – 15.00 – 19.30 – Ora Legale

Liturgie Festive:

Orario SS. Messe: 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30
Vespertine: 17.30 – 19.00 – Ora Legale
Vespertine: 17.00 – 18.30 – Ora Solare

Canto del Vespro:
Orario: 16.30 Ora Legale – Orario: 16.00 Ora Solare.

Il Santuario della Madonna del Frassino

La gloria più bella e più prestigiosa che rimane nella storia di Peschiera è il Santuario della Madonna del Frassino, “vera perla preziosa incastonata in questo splendido territorio veronese” (Mons. Nicora, già Vescovo di Verona).
La sua origine risale ad un’epoca turbata da mutamenti politici, agitata da guerre e lotte per il dominio della città, che sono sempre state accompagnate da miserie, da fame e peste. Nel maggio 1509, ammainato sulle gloriose mura il vessillo di S. Marco, bagnato nel sangue di Andrea Riva, ultimo Provveditore della Repubblica Veneta, Peschiera passò sotto il dominio dei Francesi. Con i nuovi conquistatori il popolo, angariato e decimato dalle malattie e dal terremoto, trovò rifugio e conforto presso il suo Santuario, fuori le mura della città, in contrada della Pigna, tra il Mincio e la malsicura “foresta Lugana” (lussureggiante di bassa vegetazione e di cespugli). In questo angolo solitario, ritagliato nel verde, avvenne un’apparizione della Madonna. Un intervento che manifesta e testimonia la maternità spirituale di Maria verso il popolo cristiano. Due volte lasciò il suo Santuario: nel 1955, con il piroscafo Italia venne festosamente accolta nelle città e nei villaggi delle rive del Lago; nel 1963, pellegrina del cielo, sorvolò in aereo l’ampia regione che si specchia sul Lago, benedicendo tutto il suo regno spirituale, madre di bontà e stella di speranza. Dal 1996, alla terza domenica di Settembre, và al porto di qualche Comune Gardesano per benedire il Lago e le sue operose popolazioni. Recentemente restaurato e pulito, offre agli occhi del pellegrino una freschezza di spiritualità che penetra nell’anima. Assaporando gli altari e gli affreschi della cappella della Madonna, non può non elevare a Dio una preghiera di lode.

La Storia dell’apparizione

“Peschiera forte cittadella del Veneto antico dominio, sorge alle rive del limpido Benaco, in quel sito appunto dove il Mincio, la sua origine traendo, con l’acque chiare e scorrevoli, Peschiera leggiadramente in due parti divide”. Così lo scrittore Carlo Monti dipinge la città di Peschiera del Garda.
La posizione della città ha rappresentato, già dal tempo dei romani, un crocevia strategico che dal Veneto conduce verso la Lombardia, e quando scoppiavano le guerre era luogo conteso e quindi di battaglia.
Nell’anno 1508 Austria, Francia e Spagna segretamente si allearono per assalire la Serenissima Repubblica di Venezia, alleanza “prodotta da mera invidia per la di lei prosperità” (Giulio Dal Pozzo). Nel 1509 le truppe francesi comandate dal re Luigi XII arrivarono a Peschiera, ultimo baluardo della Serenissima. I difensori resistono all’assalto dei francesi, ma l’eroismo cede alla potenza degli assalitori, e questi massacrarono l’intera guarnigione fino all’ultimo uomo. A queste stragi si aggiunsero la peste provocata dalla miseria e dalla putrefazione dei cadaveri, ed un furioso terremoto, tanto che l’allora notaio di Peschiera, Pasqualino Cordigero, scriveva: “E’ più facile che si possano contare le gocce del mare, che non i mali portati dalla guerra che lungamente afflissero Peschiera”.

11 Maggio 1510

“Su questo paesaggio desolato, poderi devastati, casolari bruciati, boscaglia aggressiva che ricopre ogni giorno di più le fertili terre, sopravissuti stremati…” La Madonna, Consolatrice degli Afflitti ‘risponde alle invocazioni e al pianto dei nostri antichi padri ed è venuta a portare la gioia e la pace’.
Ecco quanto scrive P. Bartolomeo Spiciani da Monzambano: “allì 11 di maggio dell’anno 1510 mentre un contadino stava in campagna nella contrada della Pigna ad acconciar le viti, scorgendo quivi poco lontano uno spaventoso serpe, restò per timore, come privo di sensi. Onde alzando gli occhi al cielo, ed alla Vergine Santissima sua Avvocata, raccomandandosi vidde quivi fra le verdeggianti fronde di un Frassine la di lei figura; avanti la quale genuflesso, scacciato ogni timore, anzi pieno di gran consolazione rese le dovute grazie, si levò in piedi, e fatto ardito, ed accostatosi al Frassine, stese la mano, la levò di quivi, e tutto giubilante, se la portò a casa, e fattala vedere ai suoi domestici, la pose sotto chiave in una cassa, volendo egli solo essere il custode del acquistato Tesoro”. Ma la piccola statua della Madonna ritornò sulla pianta del frassino. L’immagine della Madonna viene portata nella Chiesa della Disciplina per essere custodita, ma ancora ritorna sulla pianta del Frassino, e da qui, come un grande fiume, continua a diffondere il suo amore di Madre.

La Vergine lo aveva salvato.

Quella sera, con il cuore gonfio di gioia, tornò a casa con la Statuetta della Madonna stretta fra le mani come il suo più grande tesoro. Il Broglia, rientrato in casa, mostrò ai familiari, pieni di meraviglia, la Statuetta e raccontò loro ciò che gli era accaduto quel mattino sul campo. Custode geloso del « suo tesoro », perché non venisse rubato, lo rinchiuse in un robusto cassettone. Ma il fatto sensazionale si diffuse improvvisamente nelle contrade e nella città. Tutti vogliono vedere, ammirare la «Madonnina» che l’aveva salvato. Bartolomeo, che non sa resistere alle pressanti richieste, si decide di mostrare il «suo tesoro». Apre il cassettone dov’era nascosta l’Immagine… Ma la Statuetta non c’è più! Si narra che il contadino sia corso al suo campo per rivedere il frassino del prodigio… La Statuetta della sua Madonna era ritornata là…

Tre sono gli aspetti caratteristici

dell’Apparizione della Madonna qui al Frassino.

«Non so se l’avete notato, é una Madonna silenziosa, non ha detto una parola sola. Lei tace: l’umiltà del suo silenzio. Poi avete notato che quasi quasi voi ed io siamo presi da un certo stupore, perché cerchiamo un’immagine della Madonna e ci troviamo dinanzi ad una piccola statua, ma così piccola: è l’umiltà della sua piccolezza, di Lei che sempre amò chiamarsi Piccola. E poi ancora questo strano fatto:l’immagine scompare e si trova là soltanto dove è apparsa la prima volta: l’umiltà di essere nelle mani di Dio che la colloca là dove Egli vuole.. . Maria nel suo silenzio, ci rimanda alla parola della Scrittura santa e ci rimanda al Figlio suo che ha parlato sì con le labbra, ma che ha parlato ancora più eloquentemente donando se stesso sulla croce… Anche tu non cercare mai di essere grande, rimani piccolo, resta così. Il Signore poi ti farà crescere, sarà il suo amore che ti farà grande, sarà il suo amore che ti darà prestigio, perché sei suo figlio. Ma non dimenticare che devi essere piccolo» (da un’omelia di Mons. Eugenio Ravignani, attuale Vescovo di Trieste, tenuta l’11-5-1990).

Per arrivare al Santuario della Madonna del Frassino dall’Autostrada A4 (Milano Venezia), si esce al casello di Peschiera. All’uscita si prosegue seguendo le indicazioni per il Santuario (statale 11).

Nei chiostri del Santuario esiste a disposizione del pubblico un ricco assortimento di oggetti religiosi, che i pellegrini volentieri acquistano per avere sempre un pio ricordo della Madonna del Frassino.

Potete sempre chiamare il Santuario allo 045.7550500.

internet: www.santuariodelfrassino.it

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